Comu­ni­ca­to stam­pa — 21 agos­to 2021
Nel­la lot­ta al COVID-19 la lib­ertà per­son­ale è sta­ta a più riprese lim­i­ta­ta. Le lim­i­tazioni sono
gius­tifi­cate quan­do sono pro­porzion­ate e in questo sen­so ci auguri­amo che in Svizzera non si decida
di portare avan­ti la lot­ta al virus dis­crim­i­nan­do pesan­te­mente chi non è vac­ci­na­to, come suc­cede in
Fran­cia e Italia. Ci rife­ri­amo all’obbligo di pre­sentare il cer­ti­fi­ca­to COVID addirit­tura per andare fare
la spe­sa o pren­dere i mezzi pubblici.
Com­pren­di­amo l’intento di queste mis­ure, ma le rite­ni­amo spro­porzio­nante, poiché eserci­tano una
pres­sione ecces­si­va su col­oro che per le più svari­ate ragioni non inten­dono far­si vac­cinare, pur
sapen­do il ris­chio al quale van­no incon­tro. La lib­ertà è un val­ore al cen­tro del­la nos­tra iden­tità e,
irrazionale o meno che sia, il tim­o­re o il rifi­u­to di una per­sona di far­si inoc­u­lare un vac­ci­no va
rispet­ta­to, per­ché costringer­la (de jure o de fac­to, come accade dai nos­tri vici­ni) sig­nifi­ca come Stato
far­le una vio­len­za. E una serie di vio­len­ze rischia di creare un prece­dente peri­coloso e di generare
una spac­catu­ra sociale, con con­seguen­ze più pesan­ti di quan­to si pos­sa immag­inare. Anco­ra una
vol­ta, bas­ta guardare cosa suc­cede oltre i nos­tri con­fi­ni per ren­der­sene conto.
Cer­to, bisogna anche tenere con­to delle lib­ertà che ven­gono a cadere se il virus tor­na a diffondersi
in maniera insosteni­bile. Tut­tavia, la cres­cente immu­niz­zazione, le migliori conoscen­ze sul virus
rispet­to a un anno fa e il fat­to che la mag­gior parte delle per­sone a ris­chio sia vac­ci­na­ta (più dell’80%
tra gli ultra­set­tan­ten­ni) ci offrono garanzie tali da ren­dere spro­porzion­ate mis­ure pesantemente
dis­crim­i­na­to­rie.
Con­sapevoli che il lib­er­al­is­mo deve essere appli­ca­to sul­la base del buon sen­so e non in maniera
dog­mat­i­ca, rite­ni­amo un com­pro­mes­so accetta­bile quel­lo di appli­care il cri­te­rio del
vaccino/guarigione/test neg­a­ti­vo all’accesso alle strut­ture di sva­go, ma per un peri­o­do strettamente
lim­i­ta­to e solo se le ospedal­iz­zazioni rag­giungessero liv­el­li pre­oc­cu­pan­ti, quin­di non a scopo
pre­ven­ti­vo. I trasporti, l’accesso ai negozi di tut­ti i tipi e agli altri servizi devono rimanere a
dis­po­sizione di tut­ti i cit­ta­di­ni sen­za alcu­na discriminazione.
Questo per­me­t­terebbe di spin­gere col­oro che non si fan­no vac­cinare essen­zial­mente per pigrizia a
rompere gli indu­gi, rispet­tan­do però la lib­ertà di col­oro che di far­si vac­cinare non ne vogliono sapere.
Inoltre, las­cian­do la lib­era scelta si evi­ta di innescare in numerosi cit­ta­di­ni un rifi­u­to non tan­to del
vac­ci­no in sé, quan­to di un even­tuale obbli­go statale a farse­lo inoculare.
L’obiettivo deve essere quel­lo di ottenere una soci­età sana, rispet­tan­do chi ha opin­ioni dif­fer­en­ti e
sen­za innescare un con­flit­to sociale.
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Foto: Leandro de Angelis
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